giovedì 10 ottobre 2013

Qualcosa di te

Qualcosa mi attrae.
Saranno quegli occhi, quei baci, quella passione.
La normalità che non ho mai avuto.
Od il tuo essere "normale".
Una vita monotona, tranquilla, una bella casa, sani principi.
Io non ho mai avuto pace, dentro di me.
E faccio fatica a trovarne fuori se prima non faccio ordine dentro, in fondo, dove pochi possono arrivare a vedere quello che veramente c'è.
Non è quel che faccio, non è il vendere me stessa, anche se molti dicono che "anche questo" è una conseguenza.
Non è quello che sento, e di quello che sento, quel poco di buono che sento, mi fido.
Ora tutto si è congelato, fermato, ma non sento il freddo di prima.
Qualcosa deve cambiare in me e forse dovrei imparare a domare l'irrequietezza che mi porto dentro.
E che trasmetto.
Forse non siamo fatti l'uno per l'altra.
O forse non sono fatta io per te.
Perlomeno non ora, non così.

mercoledì 9 ottobre 2013

15 anni di prigione

Questo sarà l'unico post che non parla di quel che faccio ma fondamentalmente di me stessa.
15 anni di prigionia, e chissà quanto tempo ancora dovrà passare prima di uscirne.
Ora vengono chiamati Disturbi del Comportamento Alimentare.
Ma per gli occhi della gente questo male è solo l'Anoressia.
E' più ragionevole pensare che una persona che pesa trenta chili sia malata... rispetto ad una che ne pesa ottanta.
Quella che ne pesa ottanta è solo perchè le piace mangiare, non muove il culo, non riesce a "tenere chiusa la bocca"... tante me ne sono sentite dire che ormai ho il vomito solo a pensarci...
Ed è un vomito che dura da 15 anni.
Rapporti familiari quasi inesistenti, pressioni verso la figlia che è sempre stata cicciottella ma non sia mai che ti porto da un dietologo, figurati... te la do' io la dieta...
Quella del minestrone, quella del gelato, quella dell'insalata, quella del niente...
Ed alla fine me la sono inventata io, la mia vita.
Ultimamente mi sento come una drogata, che sta male se non sniffa la sua dose di coca.
O come un ludopatico che impazzisce se non infila un euro in una slot machine qualsiasi.
Io sono come un bicchiere, un contenitore qualsiasi... da riempire... e svuotare.
Una, due, tre... quante volte mi servono per sentirmi poi un po' meglio con me stessa, un po' meglio con gli altri.
Gli uomini che provano ad avvicinarsi a me scappano e mi sono sempre chiesta il perchè.
Io ho bisogno di sentirmi piena, di qualcosa, qualsiasi cosa, che siano sentimenti, impegni, piccole soddisfazioni o vizi... quando il cibo viene rimpiazzato da una persona o da un gesto, una compagnia, sto bene.
Tutto sembra sparire, non mi sembra più di aver vissuto così fino ad oggi.
Però chiedo troppo e troppo in fretta.
Sensi di colpa, vergogna, umiliazione, tutto riporta poi a quella gabbia maledetta.
Ingozzarsi fino a scoppiare ed infilarsi due dita in gola per liberarsi dai rimorsi e dai sensi di colpa.
Perchè ho smesso di volermi bene?
O meglio... quando?
Ricordo dei giorni in cui mi bastavo da sola.
Ero piena di me stessa.
Avevo più fiducia in me stessa.
Chi lo sa, magari scrivere mi aiuterà a valutare una qualche via di fuga nascosta, una porta che non ricordavo di non aver aperto.
La latitanza è finita, ho bisogno di scrivere.