mercoledì 13 febbraio 2013

Pausa di riflessione

E' una scusa come un'altra.
Una scusa per temporeggiare, per non mandare tutto a quel paese così, per un istante di nervosismo, o forse per un susseguirsi di reazioni che sono conseguenza di un rapporto che limita, che non da' libertà, che sinceramente mi ha stufata.
Anche perchè quando mi sento dire che "Non ho avuto tempo per risponderti" ormai mi vien male, perchè se a me una cosa interessa e ci tengo 30 SECONDI del mio tempo li trovo per dare una risposta.
O bisogna sempre nascondersi dietro un dito, dietro ad impegni, lavoro, imprevisti, contrattempi che alla fine quando saltano fuori sempre nel momento clou diventa palese l'intenzione di voler scansare il "problema".
E visto che pare che io ne dia molti di problemi, soltanto perchè so cosa voglio e cosa no, e solo perchè lo dico, chiaramente, e ripetutamente... senza mai avere riscontri... allora tiro fuori la "pausa di riflessione".
Che è un modo come un altro per dire "tagliamo corto". Perchè se te perdi il sonno una notte per una discussione (cosa che potresti anche fare a meno di dirmi... perchè io non ti vengo a dire tutte le volte in cui l'ho perso io il sonno, per te),  comincio a sentirmi veramente logorata ed infastidita, dai tuoi comportamenti, dalle tue risposte, dal tuo cercare di calmare gli animi solo perchè a te da fastidio discutere.
Tagliamo corto, con gli incontri frettolosi perchè "Così è meglio, se ci vediamo per poco non si arriva a rovinare tutto" - una cazzata più grande non potevi dirla - o come quella volta che mi dici "Raggiungimi dove sto, che ci vediamo", ed alla fine certo, ci siamo pur visti, ma non eravamo soli, c'era un tuo collaboratore e mi son trovata, per non averti detto "No guarda, me ne torno a casa", seduta sul sedile posteriore della tua auto, ad ascoltare i vostri discorsi, a parlare solo se interpellata (perchè se vuoi che faccia il pagliaccio od apra la bocca giusto per darle aria basta saperlo), e quando ti ho detto "Vabè, pensavo che fossimo soli" mi hai risposto "Vabè tanto cosa cambiava se tanto eri a casa, così almeno sei uscita!". Ma se permetti, se avessi avuto voglia di uscire, sarei andata a farmi i cazzi miei... no che mi ritrovo a fare il terzo incomodo, la bella statuina, tutto per cosa poi? Che te scappi dopo avermi riportato all'auto perchè devi andare, perchè sei impegnato... ma che cazzo di senso ha tutto questo?
Ma lasciami in pace quando pensi che mi faccia piacere vederti per un'ora o due, o che se non sei solo devo fare la terza incomoda... fatti le tue cose, pensa al tuo lavoro, gestisciti i tuoi impegni e non preoccuparti che io, pure che passo tutto il giorno a poltrire, non è che muoio mica.
Non mi serve a nulla quello che mi dai, se me lo dai a queste condizioni.
Che ci si saluta il venerdì e poi chi s'è visto s'è visto, perchè giustamente te hai casa tua, hai tua moglie, e la domenica andate in giro, ed io come una deficiente, che manco ricordo quand'è stata l'ultima volta che siamo andati da qualche parte insieme. Anzi ora che ci penso me lo ricordo, è stato prima di Natale, quando siamo andati in Austria.
Io devo sempre capirti, sempre essere comprensiva... ma anche no.
Non vuoi lasciare tua moglie?
E allora stai con lei. Scopa con lei, portati lei a giocare all'esibizionismo, cercati con lei la coppia, lo schiavo, il trav, e fine della festa.
Dì a lei che le vuoi bene, non a me.
Io ho chiuso con l'interpretare la parte della tua amante.
E non dire che "non è vero", che non sono quello, perchè qui, perchè la'...
Dimostra quel che dici. I fatti non li ho mai visti, solo tante parole.
Parole, parole, parole.



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