venerdì 1 marzo 2013

Vivere diversamente e guardarsi in specchi paralleli

BellaDiGiornoPerCaso: Una cosa mi manca però.: Non tutte le persone che esercitano il sesso a pagamento lo vivono alla stessa maniera. Ho letto blog di puttane che odiano i propri clien...

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Mi stupisco di come una persona che nemmeno conosco possa, con alcuni suoi scritti, risvegliare in me frammenti di coscienza che involontariamente o no si sono assopiti, pensieri che vengono messi in un cassetto, nascosti, per timore che destabilizzino una certa sicurezza che si è ricreata, un certo equilibrio.
E quando qualcosa che leggo mi fa riflettere, e vi ritrovo molto di quello che mi passa per la testa, può essere che mi venga semplicemente voglia di analizzare i miei pensieri e scriverli, per riconsiderarli, ridimensionarli, riassorbirli.

Troppi luoghi comuni si sono sprecati su coloro che praticano sesso a pagamento, forse perchè sono tante coloro che lo fanno solo ed esclusivamente per riempirsi il portafogli, la botta e via con una persona che quasi di sicuro vedrai una volta sola nella tua vita, che nel 99 percento dei casi prendi quello che viene e quindi praticamente tutti quelli che vengono a bussarti, con la quale passerai se ti "va male" mezz'ora del tuo tempo, della quale manco ti ricorderai il nome, l'odore, quello che ti ha detto (SE ti ha detto qualcosa)... ricorderai solo i soldi che ti ha dato e penserai a quell'altro che arriverà a pagarti tra dieci minuti ecc ecc.

Io credo che le riflessioni di Bella non siano riconducibili a molte delle signorine che "vivono" il sesso a pagamento in questa modalità "a tassametro".
Le poche che si riconoscerebbero potrebbero essere quelle che decidono di vivere così questo mestiere solo perchè credono sia la strada più "facile", più "controllabile" sotto un punto di vista emotivo personale (l'aspetto economico forse non lo valutano nemmeno così a fondo) trascurando che possa succedere sì di piangere dopo un incontro per frustrazione, o che possano sentirsi delle fallite per il medesimo motivo... perchè le dinamiche sono estremamente variabili tra chi vive "a tassametro", sterilmente,  e chi invece, sempre per scelta, decide di scavare un po' più a fondo anche in sè stessa, di mettersi in gioco sul serio.
Perchè per scopare non ci vuole poi molto.
O per meglio dire... per FARSI scopare, non ci vuole molto.
E' il "resto" che fa la differenza.
E' quello che dai "di più", la parola, il gesto, lo sguardo, ed il come vengono poi ricambiati, tutto è conseguenza di qualcosa.

Ed io credo si decida subito "da che parte" si vuole stare.
Voglio farmi scopare, usare, incassare.... oppure voglio "dare un senso" a quel che faccio?
Non trovare un senso nel fare la puttana.
DARE un senso a ciò che faccio, a ciò che sono, a ciò che vivo.

Io non dormo o vivo bene solo perchè posso avere il portafogli pieno di soldi.
Dormo e vivo bene perchè non mi sento una donna usata o frustrata per quel che faccio.
Non ho mai percepito in uno solo degli incontri che posso aver fatto una di quelle due sensazioni.
Nè durante, nè dopo.
Lui desiderava qualcosa, ha scelto me, io gli sto dando ciò che voleva e forse qualcosa di più di quanto si aspettava.
Ed il sesso in buona parte delle situazioni è ampiamente marginale rispetto all'aspetto sociale.

Ho pensato anche io, ad un certo punto, di non avere più sentimenti "normali"... o semplicemente di non riuscire più a provarne, che è ben diverso.
Però poi mi sono accorta che li stavo semplicemente castrando, per timore di soffrire ancora o perchè mi accorgevo che li stavo regalando a qualcuno che non mi corrispondeva, che continuava a volerne ed indietro non mi tornava nulla.
E se non ti torna nulla si rischia di diventare soltanto un vuoto, nemmeno più a rendere perchè una persona vuota non può dare nulla nè può più vivere di quelle sensazioni che ha perso per strada, mai raccolte da chi avrebbe potuto averle per sè.
Perlomeno fintanto che non si ricomincia a VOLERSI più bene, ricolmando e rigenerando quel vuoto.

Chi ha il pane non ha i denti.
Ci sono uomini che pagano per vivere la scena di una vita che vorrebbero ed altri che gettano tutto ciò che hanno voluto ed avuto in modo sincero da una persona che gli avrebbe dato anche molto di più.

Credo anche io che il sesso non sia un mezzo per avvicinarsi all'amore.
Eppure io stessa ho spesso cercato nel contatto intimo quella chiave per cercare di far cambiare qualcosa dall'altra parte.
Ed era sempre la chiave sbagliata, non apriva nessuna porta.

Non mi sento incapace di provare sentimenti ma, per esperienze vissute penso, scatta una malavoglia, una pigrizia del cuore, quel qualcosa che mi fa pensare "Ma chi me lo fa fare... di nuovo...".
Magari me la sto solo facendo sotto invece... ma non l'ammetterò mai, perlomeno con gli altri.. sono una orgogliosa del cazzo.

Però è vero che vorrei una volta tanto non essere io ad espormi per prima, a coinvolgermi per prima, a scendere a compromessi per prima... a non innamorarmi, per prima.
E' vero anche che quando mi è capitato qualcuno che in apparenza lo stava facendo, la scusa era che: o non era il mio tipo, oppure me la facevo sotto e sparivo dalla circolazione.

"Chi fa sesso a pagamento, quando ama non cerca sesso, cerca di sentire."

E' che, almeno per me, quel "metro" di percezione si è modificato radicalmente.
Mi risulta estremamente difficile riuscire a "sentire"... sembra un po' come se fossi priva dell'udito, che il mio "orecchio" reagisca solo se mi romba un aereo sopra la testa e tutto il resto è silenzio.
Può succedere, a chi ha amato intensamente, a chi l'ha urlato anche in lacrime, e dall'altra parte non c'era certo un sordo di cuore ma una persona che semplicemente fingeva di ricambiarti.
Ed ecco che allora sentire mi diventa più faticoso, devo percepire qualcosa che mi scuota, che mi emozioni veramente, che mi lasci senza parole, senza fiato.





















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